“PAPA’, MAMMA E GENDER”, DI MICHELA MARZANO

“PAPA’, MAMMA E GENDER”, DI MICHELA MARZANO

Il libro di Michela Marzano, Papà, mamma e gender (Utet, 2015), affronta questioni molto importanti, delicate e, per così dire, “calde”, questioni che stanno animando, e a volte infuocando, il dibattito pubblico. E’ un libro che ha molti meriti e che merita appunto di essere letto e discusso.

Anzitutto, sottolineo che l’autrice mette nel suo libro non solo la lucidità di pensiero e il rigore propri del suo essere filosofa: mette anche la sua passione, il suo coinvolgimento personale nelle questioni affrontate, e su quelle questioni prende posizione, difendendo con l’argomentazione quanto sostiene. Mette il suo coinvolgimento di donna e di cittadina, facendo riferimento sia alla cronaca sia alle sue esperienze personali, a vicende e situazioni vissute, anche dolorose, da cui la riflessione prende spunto. Offre così un bell’esempio di quello che Michela Marzano stessa definisce “pensiero incarnato”.

Un altro grande merito del libro è quello di mettere ordine, di fare chiarezza; con il rigore terminologico e concettuale della filosofa di spessore, l’autrice fa chiarezza sul significato di certe parole e su certi concetti, distinguendo ciò che va distinto: e allora chiarisce perché non si deve confondere il significato di parole ed espressioni come “sesso”, “genere”, “identità di genere”, “ruoli di genere”, “orientamento sessuale”. A proposito di ciò, nella premessa significativamente cita Albert Camus: << Nominare in maniera corretta le cose è un modo per tentare di far diminuire la sofferenza e il disordine che ci sono nel mondo >>. Sempre a proposito di ciò, e di nuovo significativamente, nelle ultime pagine del libro c’è un utile glossario.

Un altro merito del libro è questo (e qui c’è un’altra questione su cui fa un’utile opera di chiarificazione): chiarisce perché non confondere identità e uguaglianza. E questa distinzione è molto importante per poi capire cosa si intende quando si parla, per esempio, di educazione alla parità tra i sessi.

Infine, l’autrice con questo libro mostra cosa potrebbe e dovrebbe sempre essere la filosofia: la capacità di riflettere e di intervenire sulle questioni etiche e politiche, sulle questioni esistenziali, che stanno a cuore non solo agli specialisti, non solo a ristretti circoli di studiosi; la capacità quindi di condividere le riflessioni su questi temi con un linguaggio accessibile anche ai non specialisti, senza mai però banalizzare il tutto, facendo quindi una intelligente e lodevole, non volgare o ipersemplicistica, opera di divulgazione.  

Mi viene in mente René Descartes, Renato Cartesio (considerato anche che Michela Marzano insegna alla Università Paris Descartes), quando critica quei filosofi che si esprimono in modo oscuro, ipertecnico, e non si fanno capire dai lettori, cioè quando scrive: << Mi sembrano come un cieco che per battersi senza svantaggio con un vedente lo avesse fatto venire nel fondo di un sotterraneo molto oscuro>> .

Insomma, Michela Marzano con questo libro si rivolge potenzialmente a tutte e a tutti, si rivolge a coloro che vogliono ragionare e dialogare pacatamente su certe questioni senza farsi confondere e travolgere dalle urla e dagli slogan.

 Michela Marzano con questo libro si fa delle domande importanti, per esempio quelle sul retro di copertina (Uomini e donne si nasce o si diventa? E’ giusto che nelle scuole si parli di sesso, identità di genere e orientamento sessuale? Esiste un’ideologia gender?) e delinea alcune risposte, prendendo posizione, a partire dalla propria esperienza, prendendo posizione chiaramente, senza nascondere da quale punto di vista parte, “da dove parla”, ma difendendo con il ragionamento, con l’argomentazione le sue posizioni. 

Queste sono alcune righe dalle pagine finali del libro (pp. 139-141):

Il problema è che l'amore, come tutto ciò che è umano, è pieno di pregiudizi e di stereotipi [...] E' più facile barricarsi dietro i pregiudizi e gli stereotipi, piuttosto che aprire gli occhi sulla realtà e accettare le mille sfaccettature che lo caratterizzano [...] E allora è meglio nascondersi dietro la facciata apparentemente liscia dell'eterosessualità, piuttosto che fare uno sforzo per capire che l'orientamento sessuale non trasforma la natura dell'amore e che il vero pericolo, quando si ama, è il conformismo [...] L'amore, in realtà, non ha né sesso né genere. E' niente è più falso della convinzione, ancora oggi molto radicata, che gli omosessuali non possano mai amare veramente. perché si limiterebbero a vivere le passioni in modo promiscuo [...] Come notava Michel Foucault in una intervista rilasciata nel 1978, si tollera che due ragazzi se ne vadano insieme a dormire nello stesso letto, "ma se la mattina dopo si risvegliano col sorriso sulle labbra, si tengono per mano, si abbracciano teneramente, e affermano così la loro felicità, questo non glielo si perdona." Anzi. Questo disturba e mette a disagio. Perché nonostante non si faccia altro che parlare di amore, la nostra società non accetta le differenze. E tollera le persone omosessuali a condizione che non pretendano poi anche loro di amare o di fondare una famiglia riconosciuta e protetta a livello giuridico.



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